È ormai comunemente risaputo che quando parliamo del rilevamento delle perdite in un sistema di aria compressa, parliamo di un sacco di soldi! Chi non ha mai visto quelle etichette che indicano la presenza di una perdita? E poi? Beh, nulla di più … a causa della mancanza di un piano d’azione adeguato.

Eppure … questo compito, ben eseguito, di “rilevamento e riparazione”, dovrebbe essere una priorità assoluta quando sappiamo che le perdite “consumano” dal 30 al 40% del volume di aria prodotta! Queste cifre parlano da sole, una strategia pianificata di localizzazione delle perdite è essenziale perché contribuisce direttamente alla riduzione delle emissioni di gas serra e permette un notevole risparmio di denaro. Ma perché allora, vi chiederete, questo argomento è ancora attuale? Perché le cose non cambiano facilmente, sul campo? Perché le persone coinvolte non impostano un piano di battaglia adeguato che includa l’acquisto, la formazione, il rilevamento e la riparazione.

L’uso di un rilevatore a ultrasuoni è il modo più comune e semplice per localizzare una perdita. Questo strumento è poco costoso, intuitivo grazie alle sue capacità di ascolto, e facile da usare. Da molti anni è riconosciuto per il suo rapporto qualità/prestazioni, purché rispetti alcuni principi fondamentali: rilevare va bene, ma localizzare e misurare con precisione è meglio. Poiché misurare è anche conoscere, e poiché l’era digitale lo permette, sono state create applicazioni gratuite e a pagamento. Esse permettono di riportare e in alcuni casi di calcolare i guadagni approssimativi di una campagna di localizzazione delle perdite. Più recentemente, sono apparse sul mercato delle telecamere acustiche. Più costose, ma comunque pratiche da usare, e permettono un rilevamento ad una distanza molto elevata, come la visualizzazione di una perdita su uno schermo a colori, nel migliore dei casi.

La gamma di soluzioni è ampia! Allora, perché aspettare ancora?

In effetti, che si tratti di fornitori di servizi o dei tecnici della manutenzione, il lavoro più importante da fare non è tanto la localizzazione delle perdite, ma piuttosto l’emissione di un report chiaro, che permetta alla squadra incaricata di riparare le perdite, fonti di perdita di entrate, di intervenire rapidamente ed efficacemente. Il resto è una questione di ripetizione e comunicazione:

  • Molto spesso un sistema di aria compressa è sollecitato 24 ore su 24, e se “una perdita eliminata equivale a risparmio di denaro”, prima o poi altre perdite si presenteranno sul sistema. È quindi essenziale effettuare diverse ricerche perdite durante l’anno.
  • La comunicazione interna dei guadagni complessivi ottenuti grazie a queste rilevazioni aiuterà a valorizzarli. Una buona comunicazione interna permette agli altri reparti di prendere coscienza della situazione, e di valorizzare il contributo preventivo del manutentore, che non sarà più visto come il pompiere di turno che interrompe la produzione.

In sintesi, la mancata attuazione di un piano efficace per ridurre i costi energetici legati allo spreco di aria compressa, non è colpa della tecnologia. Essa offre soluzioni efficaci, alla portata di tutti i budget, grandi o piccoli.

Il vero problema sta, come spesso accade, nella volontà di attuare un piano sostenibile, che includa il rilevamento delle perdite E un foglio di lavoro che lo documenti. Insomma, un’altra storia di cultura aziendale, che va dal basso all’alto, e viceversa!

Foto grandangolare del punto scattata tramite l’applicazione LEAKReporter.

Foto mirata dettagliata del problema per documentare il punto della futura riparazione.

Informazioni documentate e dettagliate sul problema e sulla riparazione da effettuare.

LEAKReporter KPI with all current losses.

LEAKReporter KPI che confronta il numero di perdite rilevate con il numero di perdite riparate.

LEAKReporter KPI del numero medio di giorni tra la riparazione e la localizzazione.

LEAKReporter KPI sui risparmi