“Sentiamo le perdite,
cercarle in altri modi è inutile”
È diventato ormai comune affermare che il rilevamento delle perdite in un sistema di aria compressa può dare buoni frutti! Chi non ha mai visto quei cartellini che indicano la presenza di una perdita in un impianto? E poi? Beh, niente… perché manca un piano d’azione adeguato. Per anni le perdite sono state individuate e infine ignorate, per mancanza di tempo, di leadership e, soprattutto, di comunicazione tra i reparti.
Questo compito, eseguito correttamente, tenendo conto di “rilevamento e riparazione”, dovrebbe essere una priorità assoluta quando si sa che le perdite “consumano” dal 30 al 40% del volume d’aria prodotto! Nonostante questo dato allarmante, noto e dimostrato da anni, molti reparti di manutenzione nascondono la testa sotto la sabbia, da cui il titolo di questo articolo ispirato al film satirico di Leonardo DI CAPRIO “Non guardate in alto”, in cui la società preferisce ignorare un problema su larga scala scientificamente provato piuttosto che affrontarlo in profondità. Una strategia pianificata di localizzazione delle perdite contribuisce direttamente alla riduzione dell’impronta di carbonio e consente un notevole risparmio di denaro. Allora perché, ci si può chiedere, questo argomento è ancora attuale? Perché le cose non cambiano facilmente sul campo? La risposta è direttamente collegata alla mancanza di coesione e di comunicazione tra i diversi attori e reparti: dal tecnico che rileva, al manager che quantifica, all’acquirente che riferisce alla direzione.
Florian BRIFFARD, EMERAUDE ANALYTIQUE, spiega che l’uso di un rilevatore a ultrasuoni è il modo più comune per localizzare una perdita. Poco costoso, intuitivo grazie all’ascolto, semplice da implementare, questo strumento offre un ottimo rapporto qualità/prezzo/prestazioni. Il suo ultimo lavoro lo dimostra: in mezza giornata, ha portato alla luce 5.354 € di risparmi legati a perdite di aria compressa.
Individuare le perdite va bene, ma non dimentichiamo l’obiettivo finale: la riparazione. In quest’ottica, l’era digitale ha permesso la creazione di applicazioni sia a pagamento che gratuite, come LEAKReporter. Esse consentono di riportare e stimare i guadagni di una campagna di ricerca perdite, al fine di misurarne l’efficacia.
Che si tratti di un fornitore di servizi o di un manutentore, il lavoro più importante da svolgere non è tanto quello di localizzare le perdite, quanto piuttosto quello di produrre un report chiaro che permetta al team incaricato di riparare le perdite, che sono fonte di perdita di entrate, di intervenire in modo rapido ed efficace. Il resto è una questione di ripetizione e comunicazione:
Una rete di aria compressa è spesso utilizzata 24 ore al giorno. È quindi essenziale effettuare diversi rilevamenti di perdite durante l’anno per evitare una proliferazione troppo rapida delle perdite.
La comunicazione interna dei guadagni globali realizzati grazie a queste “campagne di rilevamento” contribuirà a valorizzare il fornitore di servizi o il tecnico all’origine dell’approccio. Una buona comunicazione interna permette agli altri reparti di prendere coscienza del problema e di valorizzare il contributo preventivo del manutentore, che non sarà più visto come il pompiere di turno che interrompe la produzione, ma come una fonte di risparmio e di profitto per l’azienda.
In sintesi, la mancata attuazione di un piano efficace per ridurre i costi energetici associati allo spreco di aria compressa non è colpa della tecnologia. Essa offre soluzioni efficaci e alla portata di tutti, a seconda delle esigenze e del budget.
Il vero problema è, come spesso accade, la volontà di attuare un piano sostenibile, che comprenda il rilevamento delle perdite E un foglio di lavoro documentato. Questa è un’altra storia di cultura, di convinzioni, ma soprattutto di mezzi che ci diamo per risolvere a lungo termine un problema e una realtà noti a tutti.
Benoît DEGRAEVE, Direttore generale vendite SDT Ultrasound Solutions
Florian BRIFFARD, fornitore di servizi presso EMERAUDE ANALYTIQUE
Foto grandangolare mirata, scattata da Florian BRIFFARD con l’applicazione gratuita LEAKReporter