I Dati Giusti

“L’opinione dovrebbe stimolare le idee, ma i dati dovrebbero dare una direzione alle decisioni”

Avevo promesso che nella Parte 4 avremmo parlato di tecnologia. Beh, ho mentito, in parte. Rimandiamo ancora per un momento il premere i pulsanti, perché prima c’è un lavoro importante da fare: creare il piano d’azione corretto prendendo in mano i dati. Sono sicuro che ormai sull’obiettivo, sulla visione dei benefici ottenibili e sulla composizione di una squadra eccellente le idee sono chiare. Fantastico, ma adesso è necessario basarsi sui dati certi. Per spostarci da dove siamo adesso a dove vogliamo arrivare, c’è bisogno di un piano.

Per elaborare un piano efficace, sono necessari dati.

Senza volere seminare pessimismo, ma solo per essere completamente franchi… da questo momento in poi, ogni singola cosa può andare storta se si diventa troppo sicuri di se’. Non è ancora arrivato il momento del giro del campo per la vittoria. Bisogna raccogliere dati.

Valutazione della metodologia attuale

Cosa viene fatto, dove è la prova che quello che si è fatto sia buono o cattivo, in che modo influisce sugli asset, qual è il risultato della pratica corrente, come vengono prese le decisioni, chi le prende, chi ne è responsabile, a chi sono operativamente affidate, come appaiono i canali di comunicazione, esiste una disciplina, come è l’interconnessione tra i reparti (Lubrificazione, Acquisti, CM, Manutenzione, Affidabilità, Operations ..)

Ci sono due ragioni principali (tra le altre) per farlo:

  • Il cambiamento sarà efficace e ottimizzato solo se sappiamo esattamente cosa deve essere cambiato e perché. Non è questione di opinioni, è una questione di dati.
  • È necessario stabilire un punto di partenza con una valutazione cristallina in tutte le lingue: tempi di inattività, parti di ricambio, ore di manutenzione, straordinari, lavoro non pianificato, problemi di qualità del prodotto, scadenze non rispettate … denaro. Solo con un chiaro punto di partenza saremo in grado di creare utili KPI iniziali e di percorso per il nostro viaggio.

Stabilire un obiettivo chiaro

Bisogna sapere dove si vuole andare. Qual è l’obiettivo? Per quanto possa sembrare dolorosamente chiaro, non bisogna lasciarsi cullare pensando che sia del tutto ovvio, perché non lo è affatto. Settori specifici in aziende specifiche in situazioni specifiche possono avere una serie di obiettivi completamente diversi che non si allineano necessariamente con ciò che ci dice la nostra opinione. Qual è l’obiettivo dell’organizzazione? La nostra attività può aiutare la nostra organizzazione ad avvicinarsi al suo obiettivo, e come? Avere zero guasti relativi alla lubrificazione è un obiettivo eccellente, ma questo come potrebbe contribuire esattamente al raggiungimento degli obiettivi aziendali? Raccogliamo i dati che collegano i guasti zero relativi alla lubrificazione all’obiettivo di business e diamo loro un numero, un valore. Quello stesso numero, quello dovrebbe essere il nostro obiettivo: è quello che possiamo fare per la nostra organizzazione.

Utilizzare gli stessi parametri della valutazione della metodologia corrente è un buon modo per farlo, in quanto si possono facilmente confrontare e monitorare, ma comunque… colleghiamoli al target aziendale. Bisogna essere molto specifici con i dati.

Identificare il valore del divario

In parole semplici, il valore del divario viene valutato in modo diverso rispetto alla valutazione della pratica attuale e e a quella dell’obiettivo. Si tratta esattamente del valore della nostra iniziativa, il nostro valore aggiunto. Chiamiamola un’opportunità di business. Il nostro programma farà “questo”, è abbastanza? “Questo” giustifica gli investimenti e gli sforzi? Vale la pena farlo?

Penso di sì, ma questa è un’opinione. Raccogliamo i dati, i numeri. Ricordiamo che ci sono situazioni in cui anche le migliori iniziative non apportano un effettivo valore aggiunto all’organizzazione.

Se non c’è alcun valore, non ha senso attivare il programma. Se il valore non viene identificato, semplicemente non esiste.

Una volta che abbiamo in mano i dati; con l’esatto valore aggiunto espresso in termini di obiettivi aziendali, è possibile vendere il proprio programma al top management, con tutti i punti collegati.

Raccogliere dati sugli asset

  • Identificare gli asset

Il primo passo è quello di raccogliere dati dall’elenco degli asset e familiarizzare con esso.

  • Eseguire FMEA, RCA, CA, e storicità dei guasti.

Questo è un passaggio estremamente importante e prezioso che fornirà una sorta di “cartella clinica” dell’asset. Ogni passaggio successivo richiede questi dati preliminari. Quale sarà il nostro intervallo di raccolta dei dati, quali sono le modalità di guasto, quali sono i loro sintomi, quali le conseguenze, la probabilità, cosa ci dicono i dati storici, quante volte la lubrificazione è la causa principale…

Questo passaggio dice cosa bisogna fare, quando e come.

Tutti i dati citati sono probabilmente nelle mani dell’Ingegnere di Affidabilità, alcuni nelle mani del reparto di Condition Monitoring. Nel caso in cui questi due dipartimenti non esistano… bisogna farseli da soli.

  • Imposta le priorità: media, alta, bassa

Il risultato dell’attività precedente indicherà le priorità dal punto di vista della lubrificazione. Anche se dovremmo concentrarci immediatamente sugli asset più critici e importanti, potrebbe essere una buona idea fare invece i primi passi sugli asset di media criticità. Diamo alla squadra di manutenzione la possibilità di “riscaldarsi” e di acquisire maggiore sicurezza prima di caricare le sue spalle con responsabilità troppo pesanti. Diamole la possibilità di poter sbagliare, e passiamo alle alte criticità solo dopo.

  • Stretta collaborazione con il Team di Condition Monitoring

Il flusso di informazioni tra il reparto Lubrificazione e il CM è più che una comunicazione interdipartimentale: è un’esigenza essenziale, una simbiosi naturale.

Ottenere i dati giusti, passaggio che ho spiegato più o meno qui, rende le tue attività future incentrate sulle cose giuste da fare, nel modo giusto. Seguire le opinioni e la passione spesso genera frustrazione perché la realtà è molto diversa da quella che tutti noi vorremmo avere. Le risorse non sono infinite, al contrario, sono molto limitate e bisogna stare molto attenti a come le si usa. Tempo, persone, strumenti… devono tutti essere dedicati alle battaglie in cui i premi per la vittoria sono più alti. Ecco come viene aggiunto valore.

Potreste non avere familiarità con alcune delle tecniche menzionate qui, ma non lasciate che ciò vi fermi. Chiedete consiglio, chiedete aiuto e supporto. Il team SDT sarà felice di aiutarvi.

ADESSO è il momento di premere i pulsanti e usare la tecnologia. Lo prometto.

…nella Parte 5

Credits: Haris Trobradovic, SDT Ultrasound Solutions